Questo tipo di dispositivo, prodotto in acciaio inox 316, può essere installato sia nelle falchette e nelle spiaggette dei motor yacht che nei portelloni di poppa delle barche a vela. Presenta sistema di traslazione laterale del candeliere e offre la possibilità di spostare verso poppa e/o prua qualsiasi elemento del dispositivo stesso nel caso intralcino qualsiasi lavorazione di ripristino dell’ imbarcazione.
Oppure compilando senza impegno il form sottostante. Un nostro responsabile si metterà in contatto con voi raccogliendo le informazioni necessarie a formulare un preventivo.
Si tratta di un dispositivo ad aggancio rapido tramite collari, disponibile sia completamente in acciaio inox 316 oppure in materiale misto, con candelieri in carbonio e accessori in acciaio inox. La rete di protezione è in poliestere con maglie di dimensioni 10x10 centimetri e fascia interiore di 16 centimetri di altezza.
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Il dispositivo a scomparsa può essere installato esclusivamente durante la produzione degli yacht. Permette una massima riduzione dei tempi di messa in sicurezza dell’imbarcazione e della quantità di materiale da installare. Per quel che concerne i materiali, può essere realizzato sia in acciaio che in carbonio, a seconda della preferenza del cantiere.
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Disponibile sia completamente in acciaio inox 316 che in materiale misto (ossia, con candelieri in carbonio e accessori in acciaio inox 316), il dispositivo telescopico può essere installato sia sostituendo i vecchi candelieri che direttamente durante la produzione dell’imbarcazione. Come si differenzia dal precedente tipo di dispositivo? Semplice: in questo caso si riducono di molto i tempi di installazione, così come la quantità del materiale da installare.
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I dispositivi non sono altre che misure utilizzate per proteggere i lavoratori da diversi rischi, indipendentemente dalle attrezzature che utilizzano e dal comportamento sul posto di lavoro. Riferendosi all’edilizia, ponteggi, reti di sicurezza, parapetti e imbracature servono per le lavorazioni in quota in sicurezza, ossia servono per evitare che un operario cada dall’alto.
Tutti i dispositivi di protezione collettivi (DPC) servono quindi a ridurre o eliminare il pericolo alla fonte, con il lavoratore molto meno esposto al rischio. Sono classificati in due categorie:
I dispostivi di protezione collettivi si differenziano in base alla tipologia di attività lavorativa. A ben guardare, l’ambito dei DPC è molto vasto perché, quali mezzi di protezione, sono estremamente importanti su diversi posti di lavoro. Ma quali sono i dispositivi di protezione collettivi? Ecco un elenco di quelli maggiormente usati:
Questi requisiti sono abbastanza flessibili e, a differenza dei dispositivi di protezione individuali (DPI), non sono disciplinati a livello legislativo. L’unico aspetto che i DPC devono dimostrare è l’idoneità, requisito che varia in base alla funzione specifica di un dispositivo e all’ambito in cui deve essere utilizzato. Nel caso in cui i dispositivi di protezione collettivi mancano su un posto di lavoro e un operaio incorre in un infortunio, a risponderne sarà il datore di lavoro.
Come abbiamo visto, l’utilizzo dei dispositivi di protezione collettivi in ambito lavorativo è fondamentale per salvaguardare i lavoratori. Ecco perché noi di Film Safety on Board S.r.l. abbiamo dato vita ad un progetto che si pone l’obiettivo di risolvere le esigenze concrete di sicurezza.
Ciò è stato possibile grazie all’intuizione di due soci fondatori, esperti del mondo nautico da ormai 20 anni, che li ha portati a elaborare, brevettare e certificare insieme a “Test Report Tuv Italia” dispositivi di protezione collettivi installabili su imbarcazioni a vela e motor yacht.
La lettura di questa idea mette in evidenza la sua caratteristica innovativa che, oltre a essere protetta da brevetto internazionale, consente lavorazioni in sicurezza durante le operazioni di refitting, la manutenzione nautica o semplicemente la sosta invernale.
Attrezzature, dispositivi, impianti e luoghi di lavoro non solo devono essere progettati e realizzati a regola d’arte, ma devono garantire efficienza e sicurezza nel tempo. Questo obiettivo può essere perseguito soltanto attraverso un’adeguata opera di manutenzione, che ha lo scopo principale di:
Mantenere nel tempo prestazioni e caratteristiche di sicurezza, evitando il degrado causa usura e invecchiamento.
Ridurre costi di gestione e perdite di produzione dovute al degrado e all’invecchiamento precoce.
Far rispettare quanto stabilito dalla legge.
Alla luce di quanto detto, è stato introdotto il Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro. Introdotto dal Decreto Legislativo 81/2008, nell’articolo 15 “Misure generali di tutela” viene enunciato che “fornisce alcuni principi generali che sono indice del fatto che la manutenzione sia valutata dal legislatore come un elemento importante per la salute e la sicurezza del lavoro”.
La sicurezza dei luoghi di lavoro, come detto sopra, è disciplinata del Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro. In questo, il documento INAIL afferma che il proprietario di un’attrezzatura di lavoro, di un dispositivo di protezione individuale, di un impianto, di un luogo di lavoro e che si occupa di gestirli, deve eseguire saltuariamente la manutenzione specifica, rispettando quando indicato dal fabbricante o dall’installatore.
Considerando quanto sia importante l’opera di manutenzione, per un corretto funzionamento i fabbricanti, nei manuali di uso e manutenzione, devono indicare che, se la manutenzione non viene eseguita nelle modalità e nei termini indicati, gli stessi sono esenti da qualsiasi responsabilità in caso di danni a persone o cose.
Nella fattispecie, i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi di sicurezza devono essere sottoposti a regolare manutenzione tecnica, adeguata pulitura e il loro funzionamento deve essere regolarmente controllato. Inoltre, sia all’interno che all’esterno, le vie che garantiscono la circolazione libera del personale e che portano a uscite d’emergenza, nonché le uscite stesse, devono essere sottoposte a manutenzione, assicurando anche che siano libere da ogni impedimento per consentire al personale di muoversi senza difficoltà in caso di emergenza.
Il Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro chiarisce in modo limpido modalità, utilizzo e manutenzione dei dispositivi di protezione nell’ambito lavorativo.
Nello specifico contesto nautico un’imbarcazione, una volta alata, diventa un vero e proprio cantiere nautico. Ciò vuole dire che, nell’ambito della manutenzione nautica, bisogna rispettare una serie di norme in tema di sicurezza. Il D.Lgs 81/08, ad esempio, prevede un’altezza minima del parapetto di protezione di almeno un metro per i piani di calpestio posti ad un’altezza superiore ai 2 metri rispetto al piano stabile.
La sicurezza a bordo di un’imbarcazione a vela è importante quanto la sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare, la manutenzione sul rigging che si esercitano su alberi, crocette e sartiame e che quasi sempre si svolgono a decine di metri di altezza deve essere fatta da personale esperto, che abbia l’attrezzatura adeguata e che adotti una serie di precauzioni, come quella di non agire in modo indipendente. Anche un errore banale può essere fatale.
I lavori di manutenzione e pulizia dell’albero sono standard e vengono affrontati periodicamente utilizzando un po' di dimestichezza e capacità manuale.
I rischi inerenti a questa attività, che rientrano nella sicurezza sui luoghi di lavoro, come abbiamo visto sono disciplinati dal D.Lgs 81/2008 mediante il Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro. In particolare, il quadro legislativo ingloba queste attività nell’ambito dei “lavori in quota”, i quali espongono i lavoratori al rischio di caduta da un’altezza superiore ai 2 metri a partire dal piano stabile e che prevede un addestramento particolare ad utilizzare dispositivi di sicurezza anticaduta, previo rilascio di un patentino obbligatorio.
I dispositivi di sicurezza sul lavoro, nella fattispecie i dispositivi di sicurezza individuale e quelli collettivi, devono essere concepiti in base ai rischi che comporta un determinato lavoro. Nel caso specifico della manutenzione e pulizia dell’albero, è importante indossare indumenti comodi e adeguati, come scarpe con un buon grip per aumentare la presa e proteggere i piedi da abrasioni e contusioni, pantaloncini e maglietta per sopportate la frizione dell’imbragatura e, naturalmente, cintura di sicurezza e guanti a mezze dita.
Nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro vera e propria, per salire sull’albero sono necessarie cinture di sicurezza, imbragature, cime da 10 mm, moschettoni, bozzelli, scale, pioli, speciali paranchi e soprattutto il bansigo, che è un seggiolino fissato a un’imbragatura in grado di garantire una postura comoda.
La suddetta normativa che disciplina la sicurezza sui luoghi di lavoro è stata studiata attentamente dai due soci, i quali hanno intuito come fosse necessario colmare le lacune esistenti nel sistema di sicurezza sui luoghi di lavoro, gettando le basi per arrivare alla creazione di dispositivi che da sempre costituiscono obblighi di legge, ma che non erano mai stati prodotti prima.
Il piano di produzione prevede una sede centrale a Pontremoli, cui spetterà la produzione per il centro-nord Italia, ma già nel corso del primo anno verranno instaurati rapporti commerciali per dar vita ad un sistema di franchising.