Sicurezza sui luoghi di lavoro

Alla domanda “perché è importante la sicurezza sui luoghi di lavoro?” si potrebbe rispondere in diversi modi e utilizzando differenti terminologie, ma tutto si ricondurrebbe a un unico concetto: è un diritto del lavoratore.

Primi DPC sulla nautica

L’impresa è chiamata a garantire che un ambiente di lavoro sia sicuro onde evitare di incorrere in sanzioni. Così facendo, i costi sociali sono minori, così come gli infortuni, gli incidenti e le malattie professionali. Per costi sociali sono intesi le cure mediche, le giornate di lavoro perse, i premi assicurativi e i risarcimenti.
Nonostante esista lo statuto dei lavoratori e le leggi che disciplinano la sicurezza, da gennaio a settembre 2021 nel nostro Paese si contano quasi 400.000 denunce di infortuni sul lavoro e, tra questi, più di 900.000 hanno avuto esito mortale.
Perché tutto ciò continua a succedere? I motivi potrebbero essere tanti, e tutti confluirebbero verso lo stesso punto: il mancato rispetto delle normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, come l’utilizzo di determinati strumenti di protezione.
Insomma, alla fine gli incidenti e gli infortuni continuano a essere un problema sociale perché le aziende non applicano misure adeguate di prevenzione, vuoi per disattenzione e vuoi per una non corretta valutazione dei rischi da parte dei lavoratori. Ecco perché è importante sostenere un’adeguata formazione dei dipendenti in fatto di sicurezza. Soltanto in questo modo il personale potrà capire veramente quanto questo aspetto sia importante per una corretta gestione delle attività.

Sicurezza sui luoghi di lavoro:
arrivano i primi DPC per imbarcazioni a vela e motor yacht

Il settore nautico ha spesso trascurato la sicurezza sulle imbarcazioni. Nonostante gli incidenti non siano così diffusi come altrove, l’introduzione dei DPC per imbarcazioni a vela e motor yacht è un passo in avanti significativo.
Ma sono si intende per DPC? C’è differenza tra sicurezza DPI e DPC? Magari le sigle potranno non dire niente a diverse persone, ma definendole Dispositivo di Protezione Collettiva (DPC) e Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) sicuramente capiranno di cosa si sta parlando.
Le principali differenze sono legate a diversi aspetti. I DPI hanno come scopo la tutela dell’incolumità di un singolo lavoratore, mentre i DPC sono vere e proprie soluzioni tecniche che tutelano più persone chiamate a lavorare in un certo ambiente di lavoro.
Se per i DPI esiste una norma che espressamente spiega le modalità con cui bisogna addestrare il personale al loro corretto utilizzo, per i DPC tale norma non fornisce nessuna tipologia di indicazioni. Inoltre, per i DPC non esiste neanche una direttiva di prodotto a cui riferirsi, quindi nessuna marcatura CE.

Dispositivi di protezione collettivi istallabili sulle imbarcazioni

I dispositivi non sono altre che misure utilizzate per proteggere i lavoratori da diversi rischi, indipendentemente dalle attrezzature che utilizzano e dal comportamento sul posto di lavoro. Riferendosi all’edilizia, ponteggi, reti di sicurezza, parapetti e imbracature servono per le lavorazioni in quota in sicurezza, ossia servono per evitare che un operario cada dall’alto.

Tutti i dispositivi di protezione collettivi (DPC) servono quindi a ridurre o eliminare il pericolo alla fonte, con il lavoratore molto meno esposto al rischio. Sono classificati in due categorie:

  • Prevenzione e sicurezza localizzata.
  • Sicurezza e prevenzione generale.

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Quali sono i dispositivi di protezione collettivi?

I dispostivi di protezione collettivi si differenziano in base alla tipologia di attività lavorativa. A ben guardare, l’ambito dei DPC è molto vasto perché, quali mezzi di protezione, sono estremamente importanti su diversi posti di lavoro. Ma quali sono i dispositivi di protezione collettivi? Ecco un elenco di quelli maggiormente usati:

  • Reti di sicurezza, soprattutto in ambito edile.
  • Porte tagliafuoco, utilizzate in moltissime attività lavorative.
  • Rilevatori di incendio.
  • Ponteggi.
  • Sistemi di sterilizzazione.
  • Gruppi di continuità.
  • Corrimano delle scale.
  • Dispositivi che estraggono fumi e vapori.
  • Parapetti provvisori, soprattutto nell’edilizia.
  • Depuratori e sistemi di ricambio dell’aria.

Questi requisiti sono abbastanza flessibili e, a differenza dei dispositivi di protezione individuali (DPI), non sono disciplinati a livello legislativo. L’unico aspetto che i DPC devono dimostrare è l’idoneità, requisito che varia in base alla funzione specifica di un dispositivo e all’ambito in cui deve essere utilizzato. Nel caso in cui i dispositivi di protezione collettivi mancano su un posto di lavoro e un operaio incorre in un infortunio, a risponderne sarà il datore di lavoro.

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I dispositivi di protezione collettivi in ambito nautico

Come abbiamo visto, l’utilizzo dei dispositivi di protezione collettivi in ambito lavorativo è fondamentale per salvaguardare i lavoratori. Ecco perché noi di Film Safety on Board S.r.l. abbiamo dato vita ad un progetto che si pone l’obiettivo di risolvere le esigenze concrete di sicurezza.

Ciò è stato possibile grazie all’intuizione di due soci fondatori, esperti del mondo nautico da ormai 20 anni, che li ha portati a elaborare, brevettare e certificare insieme a “Test Report Tuv Italia” dispositivi di protezione collettivi installabili su imbarcazioni a vela e motor yacht.

La lettura di questa idea mette in evidenza la sua caratteristica innovativa che, oltre a essere protetta da brevetto internazionale, consente lavorazioni in sicurezza durante le operazioni di refitting, la manutenzione nautica o semplicemente la sosta invernale.

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Manutenzione nautica, ecco cosa prevede il testo unico di salute e sicurezza sul lavoro

Attrezzature, dispositivi, impianti e luoghi di lavoro non solo devono essere progettati e realizzati a regola d’arte, ma devono garantire efficienza e sicurezza nel tempo. Questo obiettivo può essere perseguito soltanto attraverso un’adeguata opera di manutenzione, che ha lo scopo principale di:

Mantenere nel tempo prestazioni e caratteristiche di sicurezza, evitando il degrado causa usura e invecchiamento.

Ridurre costi di gestione e perdite di produzione dovute al degrado e all’invecchiamento precoce.

Far rispettare quanto stabilito dalla legge.

Alla luce di quanto detto, è stato introdotto il Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro. Introdotto dal Decreto Legislativo 81/2008, nell’articolo 15 “Misure generali di tutela” viene enunciato che “fornisce alcuni principi generali che sono indice del fatto che la manutenzione sia valutata dal legislatore come un elemento importante per la salute e la sicurezza del lavoro”.

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Normativa e manutenzione dei luoghi di lavoro

La sicurezza dei luoghi di lavoro, come detto sopra, è disciplinata del Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro. In questo, il documento INAIL afferma che il proprietario di un’attrezzatura di lavoro, di un dispositivo di protezione individuale, di un impianto, di un luogo di lavoro e che si occupa di gestirli, deve eseguire saltuariamente la manutenzione specifica, rispettando quando indicato dal fabbricante o dall’installatore.

Considerando quanto sia importante l’opera di manutenzione, per un corretto funzionamento i fabbricanti, nei manuali di uso e manutenzione, devono indicare che, se la manutenzione non viene eseguita nelle modalità e nei termini indicati, gli stessi sono esenti da qualsiasi responsabilità in caso di danni a persone o cose.

Nella fattispecie, i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi di sicurezza devono essere sottoposti a regolare manutenzione tecnica, adeguata pulitura e il loro funzionamento deve essere regolarmente controllato. Inoltre, sia all’interno che all’esterno, le vie che garantiscono la circolazione libera del personale e che portano a uscite d’emergenza, nonché le uscite stesse, devono essere sottoposte a manutenzione, assicurando anche che siano libere da ogni impedimento per consentire al personale di muoversi senza difficoltà in caso di emergenza.

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Cosa dice il Decreto Legislativo 81/2008 in ambito nautico

Il Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro chiarisce in modo limpido modalità, utilizzo e manutenzione dei dispositivi di protezione nell’ambito lavorativo.

Nello specifico contesto nautico un’imbarcazione, una volta alata, diventa un vero e proprio cantiere nautico. Ciò vuole dire che, nell’ambito della manutenzione nautica, bisogna rispettare una serie di norme in tema di sicurezza. Il D.Lgs 81/08, ad esempio, prevede un’altezza minima del parapetto di protezione di almeno un metro per i piani di calpestio posti ad un’altezza superiore ai 2 metri rispetto al piano stabile.

Sicurezza sui luoghi di lavoro, ecco la nostra creazione

La sicurezza a bordo di un’imbarcazione a vela è importante quanto la sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare, la manutenzione sul rigging che si esercitano su alberi, crocette e sartiame e che quasi sempre si svolgono a decine di metri di altezza deve essere fatta da personale esperto, che abbia l’attrezzatura adeguata e che adotti una serie di precauzioni, come quella di non agire in modo indipendente. Anche un errore banale può essere fatale.

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Manutenzione del rigger: in Italia è considerato lavoro in quota

I lavori di manutenzione e pulizia dell’albero sono standard e vengono affrontati periodicamente utilizzando un po' di dimestichezza e capacità manuale.
I rischi inerenti a questa attività, che rientrano nella sicurezza sui luoghi di lavoro, come abbiamo visto sono disciplinati dal D.Lgs 81/2008 mediante il Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro. In particolare, il quadro legislativo ingloba queste attività nell’ambito dei “lavori in quota”, i quali espongono i lavoratori al rischio di caduta da un’altezza superiore ai 2 metri a partire dal piano stabile e che prevede un addestramento particolare ad utilizzare dispositivi di sicurezza anticaduta, previo rilascio di un patentino obbligatorio.

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Dispositivi sicurezza lavoro:
protezioni, attrezzature specifiche e buon senso

I dispositivi di sicurezza sul lavoro, nella fattispecie i dispositivi di sicurezza individuale e quelli collettivi, devono essere concepiti in base ai rischi che comporta un determinato lavoro. Nel caso specifico della manutenzione e pulizia dell’albero, è importante indossare indumenti comodi e adeguati, come scarpe con un buon grip per aumentare la presa e proteggere i piedi da abrasioni e contusioni, pantaloncini e maglietta per sopportate la frizione dell’imbragatura e, naturalmente, cintura di sicurezza e guanti a mezze dita.
Nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro vera e propria, per salire sull’albero sono necessarie cinture di sicurezza, imbragature, cime da 10 mm, moschettoni, bozzelli, scale, pioli, speciali paranchi e soprattutto il bansigo, che è un seggiolino fissato a un’imbragatura in grado di garantire una postura comoda.

Il progetto di Film Safety on Board srl.

La suddetta normativa che disciplina la sicurezza sui luoghi di lavoro è stata studiata attentamente dai due soci, i quali hanno intuito come fosse necessario colmare le lacune esistenti nel sistema di sicurezza sui luoghi di lavoro, gettando le basi per arrivare alla creazione di dispositivi che da sempre costituiscono obblighi di legge, ma che non erano mai stati prodotti prima.
Il piano di produzione prevede una sede centrale a Pontremoli, cui spetterà la produzione per il centro-nord Italia, ma già nel corso del primo anno verranno instaurati rapporti commerciali per dar vita ad un sistema di franchising.

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